
Poter vivere in buona salute è un diritto di ogni persona, la qualità di questa salute spesso indicatore della salubrità del luogo in cui si vive. Se una casa sana risulta infatti un luogo di pace e benessere per il corpo e lo spirito, un’abitazione che presenti delle problematiche legate all’umidità può infatti essere deleteria per il fisico di una persona, capace di provocare seri danni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, muffa e umidità che si sviluppino all’interno di un abitato possono infatti causare gravi complicazioni alla salute, le quali sono in grado di colpire in maniera prevalente le persone dal fisico più suscettibile, quali anziani, adolescenti e bambini. Studi svolti in varie aree del mondo hanno infatti dimostrato che le peggiori problematiche avvengono a coloro che vivono in abitazioni malsane, dove l’umidità è causa di un deterioramento biologico e chimico dei materiali e peggiora la qualità dell’aria, i cui valori di umidità superano la soglia tollerabile che dovrebbe aggirarsi tra il 40 e il 60%.
E’ proprio in questi ambienti che si possono sviluppare alcune gravi complicazioni, prima tra tutti la rinite allergica, la quale si manifesta con infiammazione e congestione delle vie nasali, irritazione oculare, stanchezza, tosse e mal di testa. Una casa che si afflitta da una forte umidità potrebbe portare al sorgere di muffa. La possibile presenza di questa può aggravare le prime sensazioni di malessere con vere e proprie manifestazioni di allergia alla muffa, la quale si manifesta grazie alla presenza di micotossine e spore che possono causare una forte tosse, altro immediato campanello d’allarme. Un ambiente umido è habitat piacevole solo per un tipo di abitanti, gli acari, piccoli animali di cui fanno parte numerose specie di parassiti, gli unici in grado di poter proliferare in condizioni così proibitive e dannose. Queste maligne creature vivono difatti da re in ambienti caldi, umidi e mal ventilati, insinuandosi e nascondendosi nei tessuti, nei peluche e nei tappeti, invadendo lentamente la casa in vere infestazioni note come acariasi, talmente elevate da poter portare la presenza di più di mille esemplari in un solo grammo di polvere. E’ infatti proprio all’interno della polvere che avviene la loro instancabile proliferazione, una crescita incontrollata causa spesso e volentieri della nascita o dell’aggravarsi di fenomeni di asma e congiuntivite, una grave infiammazione della cornea derivate da particolari predisposizioni allergiche. E’ evidente che di fronte a tutti questi potenziali rischi, intervenire diventa una priorità per la salute propria e quella dei propri cari, oltre che per l’ambiente in cui si vive.
L’installazione di sistemi di deumidificazione elettrica potrebbe sembrare la soluzione ideale, e talvolta lo è, tuttavia la loro reale efficacia dipende dal metodo in cui il deumidificatore viene adoperato. L’azione di questo strumento è infatti quella di aspirare l’umidità presente nell’aria e raccoglierla all’interno del proprio serbatoio, così da rendere l’ambiente più vivibile e salubre, un sistema che può rivelarsi efficace nel caso di ambienti collocati in aree nei pressi di paludi o in zone molto piovose, dove l’aria è maggiormente carica di particelle d’acqua. Se però la causa dell’umidità non nasce da fenomeni atmosferici, bensì da problemi strutturali quali la presenza di umidità all’interno delle pareti, l’uso del deumidificatore potrebbe non solo non essere sufficiente per risolvere la situazione, ma essere anzi causa di un peggioramento della situazione. Tra le varie cause di umidità che possono affliggere una parete, nessuno peraltro è grave come il caso in cui si tratti di umidità da risalita.
L’umidità da risalita, detta anche umidità ascendente dal terreno, è un fenomeno che si verifica nei pressi di piani terra o seminterrati, nella maggior parte dei casi quando l’impermeabilizzazione di una parete dal terreno risulta insufficiente e l’acqua risale la parete stessa, percorrendola dal basso verso l’alto. Questo fenomeno, in apparenza contrario alle leggi della fisica, avviene per mezzo di un processo chiamato capillarità: all’interno delle molecole d’acqua è presente una forza che le mantiene legate tra di loro, chiamata forza di adesione, la stessa che permette alle molecole di acqua di aderire ad altri materiali. In tali situazioni l’acqua forma una leggerissima conca, con le molecole che risalgono via via che il livello di umidità assorbita aumenta. Essa risale a discapito del materiale di cui è costituita la parete (interna o esterna che sia) dando vita a fenomeni di umidità da risalita che sono stati riscontrati nei più disparati casi, fossero esse murature in pietra, cemento armato o mattoni pieni, un flagello che non guarda in faccia a nessuno. Come se non bastasse, in presenza di alta permeabilità anche nei pavimenti si possono riconoscere i segni di una eccessiva umidità.
Riconoscere una parete affetta da umidità da risalita non è facile come sembra, sebbene spesso esse presentino delle efflorescenze di sali bianchi, le quali sono accompagnate da esfoliazioni di pitture o lo scrostamento degli intonaci. Ciò è dovuto al fatto che l’umidità assorbita dal terreno è salina e quando l’acqua evapora, il sale cristallizza aumentando il volume fino a dodici volte. Definire perciò l’acqua come il problema sarebbe errato, in quanto è il sale colui che danneggia la parete e i corredi. Tali sali possono variare in base alla natura minerale del terreno. E’ evidente però che stabilire la gravità del caso di umidità da parete solo da questi fattori è impossibile, in quanto vari fattori possono influenzare queste variabili quali la porosità dei materiali di cui è composta la parete, l’acqua presente nel terreno su cui sorge l’abitato, l’età dello stesso e le caratteristiche dell’eventuale intonaco applicato alla parete. Anche determinati luoghi possono influenzare questa afflizione per le mura, basti pensare che a Venezia i casi di umidità da risalita possono portare i danni fino a oltre tre metri di altezza! E’ quindi necessario rivolgersi a un esperto per questo tipo di valutazione, usufruendo magari delle offerte di aziende specializzate in sistemi ad hoc, le quali sempre più spesso mettono a disposizione i propri periti per un sopralluogo della struttura in difficoltà e per una prima analisi della natura del problema, le cause e i rimedi utilizzabili.

Come già trattato, la causa principale di umidità ascendente è la inefficace impermeabilizzazione della muratura del terreno, tuttavia esistono anche altri fattori secondari che possono scatenare questo fenomeno. Tra di essi figurano la umidità laterale, quella che proviene da pavimentazioni attigue, così come rotture idrauliche all’interno delle pareti o delle imperfezioni all’interno della rete di deflusso pluviale. Anche il by-passaggio delle impermeabilizzazioni presenti, ad opera di intonaci o massetti in aderenza, può aggravare la salute di una parete. Questo fenomeno si riversa spesso nei primi casi con una riduzione dell’isolamento termico della parete, rendendo l’abitazione scomoda e difficile da abitare a causa di temperature più fredde, aggravate dall’umidità che permea l’aria all’interno.
Intervenire su una parete afflitta da umidità ascendente non è semplice, anzi la possibilità di effettuare un intervento sbagliato è piuttosto altra. Tra gli errori più comuni si verifica l’installazione di intonaco deumidificante, che seppur al nome possa sembrare il mezzo ideale per fermare questo problema, in realtà si è dimostrato inefficace nell’arginare un fenomeno naturale nel lungo periodo, su ammissione degli stessi produttori. L’uso di una controparete in laterizio o cartongesso, se possibile, si rivela una soluzione ancora più inefficace. Seppur in grado di coprire il problema nel breve periodo, la controparete non è in grado di impedire il degrado della parete, né di nascondere la condensa interstiziale che si forma nei periodi invernali e nemmeno il cattivo odore che sono percepibili dall’intercapedine, in certi casi talmente gravi da poter nauseare gli abitanti e rendere letteralmente invivibile l’ambiente. E’ a questo punto lampante come anche l’uso di pannelli non possa trarre alcun vantaggio rispetto alla controparete, risultati che possono rendersi ancora più gravi nel caso in cui si faccia un uso scriteriato di guaine impermeabilizzanti quali guaine liquide, manti bituminosi o nylon interposto nella controparete, la cui azione finirebbe addirittura per accelerare il processo di ascesa dell’umidità. Sebbene il vespaio areato possa porre un leggero freno con la presenza dei propri igloo, spazi d’aria apposita oltre la quale l’umidità non sale, i suoi piedini non hanno lo stesso privilegio ed è tramite essi che l’umidità percorre più lentamente (ma inesorabilmente) il percorso che le porta verso le pareti e quindi attraverso esse per danneggiare la proprietà.
A questo punto si potrebbe pensare che l’umidità da risalita sia un nemico invincibile, incapace di essere sconfitto con mezzi convenzionali. La realtà è ben lontana da questo scenario così pessimista, in quanto esistono diversi interventi che possono essere svolti per risolvere il problema e salvare una casa da un precoce deterioramento.
Una soluzione molto utilizzata in passato, diretta ed efficace, era il taglio meccanico del muro. Tramite questo sistema che veniva espletato da esperti edili, la base della parete veniva tagliata per permettere l’installazione di fogli impermeabilizzanti. La loro presenza era infatti in grado di fermare l’umidità capillare e la sua inesorabile ascesa. Tuttavia una verifica recente di tale metodo ha portato a scoprire come esso non impedisce all’umidità di insinuarsi nei pavimenti, una pecca non indifferente che si unisce ad una grave limitazione: ad oggi il taglio meccanico del muro è considerato illegale in quasi tutta Italia, in quanto contrario alle normative antisismiche.
Metodo legale è invece la creazione di una barriera chimica. Con questo procedimento, vengono creati dei fori sulla base della parete da proteggere, all’interno dei quali viene iniettato un liquido che una volta asciugato crei una parete impermeabile orizzontale. Questo procedimento, seppur valido nella teoria, ha dimostrato però alcune manchevolezze in quanto, oltre al rischio di non riuscire a coprire tutta la superficie da proteggere, è difficile creare una barriera uniforme. La presenza di una parete troppo umida o di una elevata saturazione salina all’interno, rendono peraltro vano questo intervento, il quale risulta infine non scevro dagli stessi rischi di vedere l’umidità invadere i pavimenti non impermeabilizzati.
La soluzione più pratica e meno invasiva risulta essere l’installazione di un dispositivo di inversione di polarità ed elettrosmosi come Biodry. Questo dispositivo agisce captando il segnale elettrico naturale alla base della risalita capillare, agendo quindi con una inversione del segnale captato e il suo riflesso in senso uguale e contrario, in un fenomeno fisico noto come controfase. A questo punto, le due forze uguali e contrapposte si annullano, facendo sì che l’acqua finisca per scendere in virtù della forza di gravità e asciugarsi del tutto, arrestando il fenomeno e permettendo il ripristino dell’intonaco. La verifica dei progressi è infatti possibile grazie all’intervento degli esperti, i quali fin dall’inizio della procedura e con cadenze programmate, effettuano dei fori nel muro per prelevare campioni dall’interno e misurarne l’umidità all’interno, stabilendo quindi uno schema con il quale è possibile verificare gli effettivi miglioramenti dello stato di salute della parete.
Una delle ultime tipologie di intervento attuabili, invece, si concentra sul marciapiede. Qualora la parete sia impermeabilizzata correttamente dal terreno, difatti, potrebbe essere il marciapiede il condotto attraverso il quale l’umidità si insinua all’interno. Procedere in questo senso richiede un vero e proprio intervento edile, che avviene tramite un rifacimento parziale o totale del marciapiede. I casi in cui la risalita possa avvenire da lì, invece che dalle fondamenta, sono piuttosto rari in verità. L’intervento su di esso può però essere in grado di sistemare il problema, seppur a un notevole costo derivato da una così immensa opera e senza la certezza di poter arginare il problema nel caso vi siano aree deboli all’interno che potrebbero portare ad una infiltrazione verso i pavimenti dentro l’abitato.